 Veduta aerea del sito di Qumran Rovine del Monastero di Khirbet Qumran (foto Donnini)
| La prima cosa che il visitatore incontra, all'interno del sito, è una serie di rovine, testimonianza dell'esistenza di una piccola cittadella dalle mura di pietra. Non si trattava di abitazioni, bensì di edifici adibiti alle occasioni della vita comunitaria della setta: acquedotti, cisterne, una torre, una sala di scrittura, una cucina, un'aula per le assemblee, una mensa, i magazzini per il cibo, il laboratorio di ceramica, il forno, la stalla. La gente non abitava in queste costruzioni, ma nelle tende che dovevano certamente essere disposte nello spazio intorno. A est delle rovine murarie una breve, arida discesa giunge alla piana sottostante, sulle rive del Mar Morto. Subito a nord una scarpata precipita nello uadi Qumran, il letto del fiume che ospita un corso d'acqua solo nelle rare occasioni di pioggia. Sulle fiancate dello uadi, in posizione difficilmente raggiungibile, si possono osservare le aperture delle grotte in cui sono stati ritrovati i manoscritti. Qui i membri della setta li avevano nascosti allorché ebbero il sospetto che i romani avrebbero potuto giungere e distruggere la comunità. A ovest si trova la parete rocciosa e arida dei monti, che forma un salto molto scosceso di circa 250 metri, visibile nella foto, dal quale, solo nel periodo invernale, precipita una cascata. Il sito è ricchissimo di miqweh, vasche rituali nelle quali veniva effettuato il rito battesimale dei nuovi adepti, o le abluzioni rituali. La caratteristica di queste vasche non è quella di servire semplicemente da cisterne per la conservazione dell'acqua piovana, o di svolgere una funzione esclusivamente igienica; le abluzioni nelle vasche facevano parte integrante del culto esseno. [VAI AVANTI]
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