 De Vaux, a destra, col saio bianco, e Jean Danielou, a sinistra, all'ingresso della grotta I a Qumran. | [PAG.5 DI 13] A causa dei pessimi rapporti fra i due paesi, le commissioni lavorarono sui manoscritti in modo del tutto indipendente, senza alcuna possibilità di comunicazione, con tutti gli svantaggi della situazione. Era evidente che i risultati degli uni avrebbero dovuto essere confrontati ed integrati con quelli degli altri, ma la cosa non era possibile. Il problema fu risolto nel 1967 quando, in conseguenza della guerra dei sei giorni, Gerusalemme est passò in mano israeliana e tutto quanto si trovava in essa diventò proprietà del governo israeliano come bottino di guerra, compresi i rotoli di Qumran conservati al Rockefeller Museum. Nel libro "Il Mistero del Mar Morto", gli autori Baigent e Leigh [VEDI NOTA] descrivono l'atteggiamento che a questo punto avrebbe assunto Padre de Vaux (nella vecchia foto, con la barba nera e il saio bianco). Essi sostengono che il sacerdote, finché il materiale era in mano giordana, avesse cercato di impedire l'accesso degli ebrei ai rotoli e che, al momento in cui questi passarono sotto l'autorità ebraica, egli temesse di perdere il controllo dell'indagine sul materiale qumraniano. Qualche ragione lo avrebbe spinto a mantenere la cosa sotto la sua stretta sorveglianza. Baigent e Leigh raccontano che De Vaux era un domenicano, che era stato inviato, a partire dal 1929, alla École Biblique di Gerusalemme, nella quale fu prima insegnante e poi direttore. Essi sostengono che fosse un uomo carismatico, energico, con una fortissima vocazione alla difesa della dottrina cattolica.
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